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lunedì 11 novembre 2019

PASSO DELLA MAURIA  (BELLUNO) 21/7/19

Posto a sentinella del Passo della Mauria, che collega la Val Tagliamento (Carnia) al Cadore (BL), il Forte del Monte Miaron fa parte del sistema difensivo del Cadore-Maè-Boite, una rete di postazioni di retrovia tra loro comunicanti, volute dall'Esercito italiano alla vigilia della Grande Guerra allo scopo di prevenire probabili invasioni degl'Imperiali dalle montagne confinali. 
Una strada militare lunga 4 km si diparte dal passo e, con andamento regolare e sinuoso, immerso nelle abetaie, conduce al Forte Miaron, posto a 1703 m s.l.m.. La strada ed il forte sono stati realizzati dall'eporediese Ferdinando Pecco, capitano del Genio Civile, che in Cadore lega il suo nome ad altre ardite realizzazioni militari dell'epoca. Il forte venne realizzato nel 1911 ed è dedicato al Tenente Mario Baroni. Durante la salita è possibile scorgere i particolari costruttivi della strada militare, mentre presso il forte, stupendo è il panorama sul Cadore, che spazia dall'Antelao alle Tre Cime di Lavaredo. Dietro il fortilizio, rivolta al comprensorio di Forni di Sopra (Carnia), si trova la postazione dell'artiglieria pesante. Scenograficamente incombente è la mole calcarea del Monte Miaron, ultima propaggine del gruppo del Cridola, che sovrasta le postazioni.
L'intero sito venne abbandonato all'inizio di Novembre 1917, ovvero durante la 12^ Battaglia dell'Isonzo, nel contesto della Disfatta di Caporetto, quando gli Austriaci penetrarono agevolmente in Carnia ed in Cadore. Durante le fasi concitate dell'improvvisa ritirata i cannoni dislocati a Forte Miaron vennero fatti precipitare dagli Italiani; durante lo spostamento dei medesimi, Giulio Brigoni, un fante ventenne vercellese dislocato sul Miaron, morì accidentalmente, schiacciato da uno dei cannoni: fu senz'altro l'episodio più doloroso, triste e drammatico, che si consumò su questa montagna, dove oggi regna il silenzio, interrotto solo dal rumore del vento e delle foglie degl'alberi.
Buon cammino,
Giuliano.-














martedì 14 maggio 2019

LEVICO TERME (TRENTO) 16/12/17
Del borgo e delle sue particolarità vi ho già riferito in un mio precedente reportage.
Stavolta, invece, è interessante indagare gli immediati dintorni di Levico Terme, dove su un promontorio del Colle di San Biagio a quota 600 m. sl.m. circa, sorge isolato il Forte del Colle delle Benne, fortilizio realizzato alla fine dell'Ottocento dagl'Imperiali, all'indomani della stagione delle Guerre Risorgimentali, che sancirono la perdita del Lombardo-Veneto.
Sito a controllo dell'Alta Valsugana il forte domina Levico Terme ed il lago omonimo, al cospetto della Cima Vezzena (Altopiano dei 7 Comuni/Vicenza) e delle creste dell'Altopiano di Lavarone (TN). Raggiungerlo, oltre a godere di un suggestivo panorama su tutto il comprensorio di questa zona del Trentino orientale, significa anche entrare
in contatto con la storia e le strategie militari, le quali, con esiti decisamente più cruenti e drammatici avrebbero trovato espressione in altri siti del fronte.
Stridono senz'altro, nel raggio di poche centinaia di metri, le testimonianze di guerra e quelle della belle epoque, della nobiltà austriaca, che elesse Levico a centro del ritiro per la bellezza dei panorami, per le apprezzate cure termali e per la salubrità del clima. Basterà, però, spingersi sulle rive del lago ed intraprendere una rilassante passeggiata in un freddo tramonto invernale, affinchè i ricordi e le atmosfere festanti prevalino ancora una volta su quelle belliche, devastanti.
Buona visita,
Giuliano.-  

Per vedere la documentazione in formato ingrandito >>  








lunedì 7 gennaio 2019

VAL ROSANDRA (TRIESTE-SLOVENIA) 3/11/08-25/2/18
Un'autentica ferrovia di montagna, che collega, in poco più di una dozzina di chilometri, il mare di Trieste al sistema collinare e montuoso del Carso: questa è, in estrema sintesi, lo spettacolare percorso della Ferrovia della Val Rosandra, dismessa il 1/1/1959, dopo 72 anni di onorato servizio. Dalla città. porto asburgico di prim'ordine, la strada ferrata attraversava i lievi declivi coltivati a campagne dell'immediata periferia, per poi insinuarsi verso scenari più selvaggi ed alpestri, rappresentati dagli scorci della Val Rosandra, caratterizzata dalla pietra bianca calcarea, dai vasti ghiaioni, rupi e costoni, ove l'asprezza del territorio è esasperata. Mediante gallerie, viadotti e ponti si superavano le acclività importanti del territorio e si giungeva, infine, a Erpelle (Slovenia), dove la strada ferrata si congiungeva alla "Ferrovia Istriana" per Pula (Croazia).
Questo suggestivo tracciato, realizzato faticosamente dagli Austriaci nel 1887 per consentire un veloce collegamento fra Trieste ed il suo retroterra, è stato declassato da FFSS nel Secondo Dopoguerra ed, infine, disarmato nel 1966. Oggi quest'affascinante itinerario, ricco di curiosità, storia ed emergenze paesaggistiche, rivive grazie alla realizzazione della pista ciclopedonale Giordano Cottur, che rappresenta un ganglo vitale del sistema ciclo-escursionistico dell'area giuliana.
Scoprite - o rivivete - queste peculiarità assieme a me, sfogliando l'auspicato apprezzato reportage allegato, ben consapevoli, che altri aneddoti ed altre curiosità costellano quest'affascinante percorso.
Buona visita!

Giuliano.-